È soprattutto una affermazione filosofica, una riconoscenza alla spiritualità che ci connette tramite la materia al essenziale. Tramite i loro occhi al nostro "se".
Si esce dalla scultura e si entra nello spazio, c' è una esperienza fisica ed emotiva in prima persona implicata nel percorso tattile e visivo.
Si può dunque immaginare come la scultura canti a piena voce sul filo di una alta sinfonia musicale: quel messaggio che è già completo, di poesia e lo è per la sua reticenza per la sua ira dolce, la sua oscura quanto ricca affabulazione.
È un minimalismo di apparente freddezza, in realtà queste strutture ci invitano a dialogare con loro, a guardarle ma non a contemplare, semmai ad interagire vivendo attivamente lo spazio della galleria d'arte e del ambiente che le ospiteranno.
Pablo Garcia Maniara