«Chi vive in armonia con se stesso vive in armonia con l’Universo»
(Marco Aurelio)
«Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini»
(Jurij Gagarin)
Venus in the SKY è un dipinto che ritrae la Venere di Botticelli, l’anima della Terra, raffigurata in un’interpretazione contemporanea dell’icona assoluta del Rinascimento italiano. Una fusione di mondi differenti, distanti, eppure in qualche maniera legati. La ricerca dell’infinito nello Spazio, e quella della bellezza eterna nel Rinascimento, il rifiorire delle lettere e delle arti, della scienza e in genere della cultura e della vita civile e da una concezione filosofica ed etica più immanente. L’operazione è iniziata il 22 marzo 2018. Solo una porzione dell’opera (compatibile con le esigenze di contenimento di materiale degli astronauti) è partita con la navicella orbitante russa Iss 5556. Il progetto era stato proposto un anno prima, durante una cerimonia di consegna di un lavoro di Rossano Ferrari allo stato Russo, in occasione dei 60 anni dall’invio della prima missione spaziale dello Sputnik. Di fatto, è ad oggi l’unica opera pittorica andata sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Non è abbastanza eccitante sapere che un oggetto che tocchiamo con le nostre mani sia stato in orbita? La tensione verso l’universo, la luna e le stelle, ha caratterizzato in tutte le sue declinazioni l’arte di ogni epoca. L’uomo ha percepito immediatamente la necessità di ricercare nella volta celeste delle possibili correlazioni tra le proprie vicende e i fenomeni cosmici. Proprio da questa esigenza, già nel neolitico, nascono le costellazioni: per memorizzare gli astri, vengono attribuiti a gruppi di stelle dei nomi alludenti ad aspetti ed elementi della vita agricola e pastorale. Nel medioevo, il Firmamento indicava il cielo in quiete perfetta, sede propria di Dio, degli angeli e dei santi. Oggi, la scienza definisce l’Universo come il complesso che racchiude tutto lo spazio e ciò che contiene, cioè la materia e l'energia, i pianeti, le stelle, le galassie e il contenuto dello spazio intergalattico. Non esiste poeta, pittore, scienziato, scrittore, che non abbia fantasticato almeno una volta nella sua esistenza, attraverso il proprio lavoro o per mezzo della pura immaginazione, sull’Universo. Le risposte alle domande più frequenti sono ancora inevase, e il mistero è ciò che continua a farci sentire così piccoli ed insignificanti. Il ‘900, denominato secolo breve per la quantità di accadimenti che ha potuto contenere, ha visto concretizzarsi le più irragionevoli fantasie dell’uomo sull’Universo. Con i viaggi spaziali è stato reso possibile l’impossibile. Il primo oggetto lanciato in orbita attorno alla Terra è stato lo Sputnik 1, nel 1957, dall'Unione Sovietica. Ad esso hanno seguito i primi voli con equipaggi animali. La celebre cagnetta Laika, lanciata nello spazio nel secondo volo orbitale terrestre il 3 novembre 1957, è stata il primo essere vivente a entrare in orbita, o comunque il primo essere vivente superiore, considerando il fatto che sullo Sputnik 1 vi fossero sicuramente microorganismi. Sempre nell'ambito del programma sovietico il 12 aprile 1961 il cosmonauta Jurij Gagarin fu il primo essere umano a volare nello spazio esterno. Al suo rientro venne "battezzato" cosmonauta (marinaio dell'universo), mentre gli Stati Uniti, in occasione del volo suborbitale di Alan Shepard, crearono il termine astronauta (marinaio delle stelle). Entrambi i termini derivano dalla lingua greca e sono oggi riferibili ad uomini che visitano fisicamente lo spazio.
È in questo periodo a cui risale il ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, tradotto in tutto il mondo con straordinario successo, e pure quello del visionario Frank Herbert, che concepisce il ciclo di Dune, proprio mentre Stanley Kubrick sta girando la sua Odissea nello Spazio.
Nel 1969 David Bowie pubblica Space Oddity, con la vicenda del suo personaggio più celebre, Major Tom, che perde il contatto con la terra e vaga nell’infinito. Star Trek, intanto, tiene incollati allo schermo milioni di spettatori, uno sdoganamento pop che sarebbe diventato definitivo nel '77, con la nascita del fortunatissimo marchio di Star Wars. Lo Spazio, insomma, sin dalla Guerra Fredda è sempre stato argomento esclusivo di governi nazionali o grandi gruppi industriali. Questo almeno fino a qualche anno fa, fino a quando nuovi miliardari, persone con un patrimonio inesauribile, hanno deciso di avviare la loro corsa. Inizialmente quasi come un vizio da esaudire. Jeff Bezos, fondatore di Amazon e di Blue Origin, è volato nello Spazio nel 2021, insieme con il fratello e altri due passeggeri. Al momento si è limitato a compiere soltanto alcuni giri fuori orbita, in una sorta di turismo spaziale al quale punta molto anche Richard Branson, fondatore della Virgin Galactic e primo ad aver inaugurato la stagione. Sul fronte economico la gara, per il momento, la sta vincendo l'istrionico fondatore di Tesla: Elon Musk. È lui che si è aggiudicato i lucrosissimi contratti con la Nasa per i razzi e le navicelle che nei mesi scorsi hanno portato gli astronauti americani sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss). La Nasa ha dichiarato SpaceX la vincitrice unica della gara da 2,9 miliardi di dollari. Il 5 ottobre 2021 è infine il giorno in cui il regista Klim Shipenko e l'attrice Yulia Peresild sono attraccati sull'Iss a bordo della navicella Soyuz MS-18, insieme al cosmonauta Anton Shkaplerov. Durante la missione, della durata di 12 giorni, sono state girate alcune sequenze di una pellicola con protagonista una donna chirurgo inviata sul modulo per salvare un cosmonauta. Il titolo, 'La sfida', dice molto sullo spirito dell’operazione. L'obiettivo è produrre il primo film con scene girate davvero in orbita. Un traguardo che, come fu per il primo uomo nello spazio, la Russia è determinata a far suo. Seppur con obiettivi diversi, Musk, Bezos e Branson entrano in questo mondo per troppi anni circoscritto nelle mani di enti governativi. Il futuro dell’economia è nello spazio e lo hanno capito bene i tre pionieri. Ma non solo perché un giorno tantissime persone saranno disposte a pagare molto per vivere un’esperienza unica e godersi dei giri extra terrestri. Ma perché tutto intorno ci sarà un comparto composto da laboratori e università che potranno testare la propria tecnologia con meno difficoltà rispetto ad una trafila lunga e costosa come quella per avere ad esempio un proprio esperimento sulla Stazione spaziale internazionale. Non poteva che chiamarsi Space Gallery allora la galleria d’arte di Carpi impegnata a sostenere, diffondere e raccontare l’incredibile sogno dell’artista Rossano Ferrari: mandare un’opera d’arte in orbita. Quella che vi raccontiamo in questo volume è appunto la storia di una tela del pittore modenese, “Venus in the SKY”, andata per l’appunto a fare una breve vacanza sulla Iss (Stazione spaziale internazionale). È stata trasportata e riportata sulla terra dall’astronauta russo Oleg Artemi’ev, che nel febbraio 2016 ha ricevuto il titolo di Eroe della Federazione Russa (ha viaggiato oltre un anno nello spazio ed è stato ingegnere di volo nella spedizione 55 verso la Stazione spaziale internazionale). Per Rossano Ferrari, il suo prossimo sogno è quello di lasciare fluttuare un’opera nello spazio profondo per rendere l'arte eterna ed infinita. Quello che non è stato possibile compiere durante questa prima missione, poiché non è concesso agli astronauti produrre rifiuti e liberarli nello spazio, potrebbe essere ideato in un’operazione futura. Una performance che consenta all’artista di comunicare nell’infinito, di concretizzare definitivamente il pensiero degli spazialisti degli anni ’60: esplorare la terza dimensione. Non ultima, c’è la speranza di Ferrari che la sua Venus possa incontrare altre forme di vita, inaugurando una comunicazione inedita, impossibile, o forse no. Se leggendolo ancor oggi può sembrare semplice fantascienza, è il caso di ricordare le parole dell’astrofisica Margherita Hack in una delle sue ultime interviste: “Pensare di essere soli nell’universo è un’idea assurda. Magari la vita sarà rara perché ha bisogno di tante condizioni favorevoli e, sui pianeti scoperti finora, la maggior parte non è adatta ad ospitare la vita. Per esempio, i “Giovi” sono troppo grandi e troppo caldi e troppo vicini alla loro stella. Però ci saranno anche delle Terre e, allora, se ci sono delle condizioni favorevoli, è molto probabile che quello che è successo sulla Terra succederà o è successo anche lì. Non c’è ragione di pensare che noi siamo speciali”.
la prima e più grande base di lancio spaziale operativa al mondo
si trova nelle steppe desertiche del Kazakistan meridionale.
È stato fondato il 2 giugno 1955
E' un grande laboratorio che galleggia nello Spazio che si muove attorno alla Terra.
Gli astronauti vivono a bordo dell’ISS durante tutto l’anno.
Le ricerche fatte a bordo dell’ISS vanno a beneficio delle persone che vivono sulla Terra, nei campi della salute, dell’energia pulita e della tutela dell’ambiente.
P.I.04090910367
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