La preziosità delle opere di Gerardo Gaddi non risiede nel lucente oro spatolato, ma nel profondo significato intrappolato nei contrasti dei sottili, decisi e resistenti fili neri e le voragini afone delle spatolate decise e piatte come il silenzio necessario per contemplare il tesoro delle città d'oro. Tutto ciò che luccica non è d'oro, tuttavia Gerardo Gaddi è d'oro nella sua maturità artistica e nelle sue "città" il tesoro non è poi così nascosto. È esposto in modo criptico sul percorso segnato che porta dalla profondità tenebrosa radicata in noi e dispersa nel caos cittadino condiviso, alla vetta innevata, solitaria come il bordo indefinito della tela. Quel percorso che Gerardo Gaddi ha seguito per anni nei sentieri della sua amata valle che fin dalla più giovane età gli offriva spunto per attingere dalla vena artistica inesauribile della natura per farlo impratichire nella padronanza degli stili, nel uso e scelta dei supporti. Così i ritratti fugaci dei Masi celati ai più, dispersi nella valle chiusa, hanno lasciato spazio ai classici paesaggi per restituire alla terra natia parte della magia che gli ha permesso di sublimare nella sua ricerca artistica che vanta oltre 1400 opere. Alcune condannate alla oscurità di questo nero assoluto, altri donati perché con l’oro Gerardo Gaddi non solo si è sporcato le mani, ma ne ha intriso il cuore. Da questa valle chiusa la preziosa pepita artistica prende luce nel mondo attraverso Space Gallery con questa lucente e preziosa personale “le città d’oro”. Avulso dalla spudoratezza tecnologica dei social Gerardo Gaddi ci parla con il tempo naturale della sedimentazione, con un cammino per giungere fino a qui lento, riflessivo, a volte incerto come il pensiero necessario a comprendere “le città d’oro”. Gaddi ha il diritto spatolare il 24K perché ci racconta di città che sono costruite sulle rovine ancora splendenti nelle macerie e memorie di civiltà perdute. Ci racconta di come velocemente la civiltà collassa dallo sfarzo che nelle sue opere giunge sincero e diretto, all’abisso del nichilismo rappresentato anche da questi neri oscuri, non popolati da demoni inquieti ma dal nulla più profondo che è il dimenticatoio. Gerardo ci trasmette tramite fili sottili di china che siamo nelle città tutti legati in un sottile equilibrio precario, saggiamente ci avvisa che da un’onda densa e materica d’oro ci riversiamo naufraghi nel mare di petrolio. La sua vasta cultura pittorica si materializza nell’abbondanza dei dettagli che popolano le città, le quali non stancano mai alla vista di un attento osservatore. Come un setaccio il tempo ha esposto Gerardo Gaddi, la pepita artistica è rimasta intrappolata nella spudoratezza contemporanea proprio in questo periodo buio, per farne risaltare con maggiore forza i definiti e luminosi tratti che lo sugellano nel mondo artistico.
Oggi è il tempo d’oro di Gerardo Gaddi.