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Abbiamo realizzato un sogno, mandare un quadro nello spazio!

Abbiamo realizzato un sogno, mandare un quadro nello spazio!Abbiamo realizzato un sogno, mandare un quadro nello spazio!Abbiamo realizzato un sogno, mandare un quadro nello spazio!

La luce delle idee

  

LA GILDA DI DIONISO PER 4 DANZATORI SCALZI DEGLI DEI:

1° I danzatori di gru degli dèi: I.

2° I danzatori di gru degli dèi: III.

3° I danzatori gimnosofisti degli dèi: I.

4° Il tuffatore degli dèi Rèm Se II.

210 x 266 cm

(210 x 66,5 ciascheduno)

tempera da muro,ruggine,vernice lucida finale,corda cucita su misto cotone

OPERA RETROILLUMINATA

2006, 2009, 2014, 2015, 2018, e settembre 2021

  

4 CANOPI TRASCENDENTALI PER L’ETERNO RITORNO DI ZARATHUSTRA:

I. il canopo del cuore

II. il canopo del cogito

III. il canopo dell’alma

IV. il canopo di voluttà

209,5 x 264 cm

(209,5 x 66 ciascheduno)

tempera da muro,ruggine,vernice lucida finale,matita

corda cucita su misto cotone

OPERA RETROILLUMINATA

novembre 2021

  

”Irtòfade ebbra d’amore dietro l’universo”

208×100 cm

tempera da muro,
corda cucita su misto cotone

OPERA RETROILLUMINATA

settembre 2015

  

  

“La Curva Ebra dell’Haiku,
studio nono:
quinto fiore d’erbario;

nel cuore ebro di un drago
si curva il pensiero
di un fiore-amantis”

107,5×100 cm

tempera nera da muro su carta velina,
matita nera,nastro carta,vernice lucida finale,
rosso-naturale&carminio da vetro
su misto cotone

  

LE MACHINE EUDEMONICHE:

4^

“dove finiscono gli alberi iniziano le mie tasche”

TRITTICO:

La Curva Ebra dell’Haiku,

I

studio tredicesimo:
nono fiore d’erbario;

II

studio quattordicesimo:
decimo fiore d’erbario;

III

studio quindicesimo:
undicesimo fiore d’erbario)

130,5×300 cm
(130,5×100 ciascheduno)

tempera nera da muro su carta velina,
matita nera,nastro carta,vernice lucida finale,
blu cielo da vetro
su misto cotone

agosto 2019

OPERA RETROILLUMINATA

  

LE MACHINE EUDEMONICHE:
6^.
“psicostasia orizzontale inazzurrata
per curvare il barocco
a fiori scalzi d’inchiostro”

La Curva Ebra dell’Haiku,

_studio ventitreesimo: diciottesimo fiore d’erbario
_studio ventiquattresimo: diciannovesimo fiore d’erbario
_studio venticinquesimo: ventesimo fiore d’erbario

70 x 260 cm

tempera nera da muro su carta velina,
matita nera,nastro carta,vernice lucida finale,
timbri-cartigli di Isse,
blu cielo da vetro su misto cotone

ottobre 2020

OPERA RETROILLUMINATA

La luce delle idee

Andre Che Isse

  

La luce delle idee


Philippe Petit nel suo “Trattato di Funambolismo” dice: Chi cammina, danza o volteggia su una corda a qualche metro da terra non è un funambolo. Che il suo filo sia teso, lento, molleggiato o completamente libero, viene chiamato ballerino sulla corda. Nell’opera di André Che Isse è facile sentirsi come il funambolo Philippe Petit, si cammina sopra una fune, sospesi nell’ebrezza del vasto operato di un artista, in una sindrome di Stoccolma tra danza, pittura e poesia. Infatti questo percorso può essere vissuto come una corda tesa a pochi centimetri da terra sopra la quale chiunque può provare a compiere qualche passo, così per gioco, altrimenti, per approfondire carpendo il più profondo dei significati è necessario essere funamboli, pronti a passeggiare nel vuoto. Non sono corde tese quelle di André Che Isse, ma sagacemente adagiate, fermate da spago come filo del discorso ed illuminate dall’ispirazione.

L’artista cammina sopra un cavo di cultura ed esperienza, dove l’Ethos greco, la filosofia occidentale, la disciplina orientale e la passione umana si incontrano nella raffinatezza della matematica, cara agli egizi, dove i numeri possono acquisire qualsiasi significato e ogni significato può essere espresso in codici.

Nell’operato dell’artista ci si può perdere e ritrovarsi più volte data la vastità delle nozioni, concetti ed informazioni che traspaiono dalle sue opere, il vissuto del poeta, pittore e danzatore inevitabilmente ruota su se stesso cercando un rapporto che non divenga conflittuale, quindi in un titolo si può incontrare una poesia e all’interno di essa una nozione storica, un neologismo, un passo di danza, un’espressione algebrica. Infatti non è semplice fare della versatilità una forza, è facile ridondare nell’ esprimere un concetto utilizzando più linguaggi contemporaneamente, allo stesso tempo è necessario provarci soprattutto quando questa espressione fa parte di un percorso ricco e versatile, che non si vuole lasciare fine a se stesso, piuttosto condividerlo col prossimo, cercando con la complessità di rendere la semplicità, così l’intento di Adré Che Isse con le sue opere, a primo impatto di facile lettura, delicate, moderne, affini al design e agli oggetti d’arredo ma che celano molteplici significati, raccontano storie. Infatti, nella lettura analitica delle opere ritroviamo l’incontro di vari materiali utilizzati per esprimere concetti diversi, ne La Gilda di Dioniso per 4 Danzatori Scalzi degli Dei la tempera rappresenta un palcoscenico, sopra il quale i corpi dei danzatori si muovono come corde nell’aria di cotone, sorretti nel retro da trama e ordito (quasi ad evocare il filo di Arianna dell’esistenza, quindi il labirinto espresso dalla Geranos, la danza che rievoca i labirinti), uniti nella ruggine come una gilda del passato, il tutto retroilluminato, a rappresentare l’aspetto magico, divino, dionisiaco, che si manifesta concretamente attraverso la danza, non a caso infatti le figure sono quattro, ad esprimere il senso pratico, il mondo fisico, la concretezza delle idee.

I Canopi Trascendentali per l’Eterno Ritorno di Zarathustra così come i Danzatori hanno simili materiali, si aggiunge l’utilizzo della matita a sposare l’Egitto con l’esistenzialismo, sino ad arrivare alle Machine Eudemonichee La Curva Erba dell’Haiku, nelle quali cambiano i numeri, dal quattro si passa ad una veste orientale dove il poema pittorico viene scandito in tre versi e la rude corda si trasforma in delicata carta velina. Il tutto reso attraverso un elaborato studio di soggetto, materiale, composizione, concetto e resa finale. Piero della Francesca, Salvador Dalì, l’AI che riproduce i quadri di Jackson Pollock, questi e molti altri gli esempi di rapporto tra arte e matematica. Un artista è vincolato tra ciò che vuole esprimere, ciò che può realizzare attraverso la propria arte, l’interpretazione dello spettatore e l’effettiva magia del risultato finale. Un’opera d’arte è l’elevazione dell’artigianato, l’artigiano è colui che costruisce oggetti non di serie, costruire significa ideare ed eseguire, ideare è l’attività esercitata dalla mente nel prendere coscienza del sé, il sé è la caverna di Zarathustra e nelle caverne i primi tra gli uomini sentirono la necessità di incidere le loro gesta attraverso la realizzazione di graffiti.

André Che Isse non è il primo tra gli uomini, ma nelle sue opere ricerca la stessa ancestralità, con il rigore del metodo scientifico abbinato ad un senso religioso, dove la fede è per ciò che si sente nel tessere i fili della propria esistenza. Infatti l’artista sente il libero arbitrio dell’arte, sa che il suo operato sarà sempre limitato dall’arte stessa, ma comunque vede la propria caverna e da questa vuole uscire come nel mito di Platone, perché grazie alle caverne è più semplice apprendere il concetto di luce, la luce delle idee.

“Finché il vento dei nostri pensieri, più violento di quello dell’equilibrio, tornerà presto a far volteggiare verso le nubi questa piuma così sensibile.”

Philippe Petit


Testo critico di Giosuè Deriù

Performance

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Rassegna Stampa

Modena Today

 

“La luce delle idee”. Alla Space Gallery la mostra di André Che Isse

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VIAGGIO NEL COLORE

MASSIMO RICCO'

VERNISSAGE SABATO 25 MARZO

ORE 18.00

FINO A SABATO 8 APRILE

MASSIMO RICCO'

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