Perché questo titolo? Rivalta, prova del?
Per quasi tutta la durata del corso di laurea in Medicina e Chirurgia a Bologna spessissimo in corso di esame mi
veniva posta la domanda "mi parli della prova del Rivalta"...
Questo perché i professori, quelli un po' più datati in particolare, leggevano il mio cognome e vedevano che ero
romagnolo...e mi ponevano questa domanda, incuriositi. Fortunatamente ancor prima di iniziare Medicina ero
stato informato da mio padre circa l'esistenza di un probabile nostro antenato medico ed io mi ero
documentato...sull'enciclopedia...non c’era Google...Quindi rispondevo alla grande!
Inizi del ‘900 a Faenza, Fabio Rivalta, medico, appassionato di laboratorio e di materia organica umana, aveva
messo a punto la prova di Rivalta che poteva essere eseguita quasi al letto del malato utilizzando acido acetico
per distinguere il trasudato dall'essudato.
Questa sera infine è la mia Prova, non più la sua! Questo mio antenato aveva interesse per la materia proprio
come me...ovviamente a me interessano i materiali da poter utilizzare sulla tela, ma pur sempre di materia
parliamo.
Nella mia persona convivono due professioni, e convivono passione e materia:
La passione è iniziata a circa 17 anni...in mansarda a Cesena, dove mio padre conserva ancora i miei primi lavori.
Questa passione porta all'inquietudine artistica, che non mi ha mai abbandonato... e una frenesia per la creazione
che non ti fa dormire.. che ti fa friggere le mani.
E per quanto riguarda la materia?
Da poco più di un anno mi interessano i materiali più disparati. Sono per la maggiore materiali del Distretto
Ceramico, km zero: polvere di marmo, cemento, resine, ceramica, vetro, smalti, glitter, calce idrata o calce palustre,
bombolette spray...troverete la materia fratturata, rotta, lacerata...come alle volte sono le nostre vite, ma troverete
anche lo sforzo di voler riempire questi buchi, le fessure e le ferite con qualcosa di bello.
C'è quindi una continua alternanza tra vuoto e pieno...come sono le nostre vite.
Mai vi è uno senza che vi sia l’altro.
Passione e materia, pieno e vuoto...C’è sempre dualismo, nella mia vita e in quello che faccio...e vi è sempre un
orizzonte! Perché c'è sempre un orizzonte? Perché c’è sempre un sopra e un sotto l'orizzonte?
L'orizzonte è quello del mio mare, è sempre stato davanti a me. Venir su fin da bambino con un orizzonte davanti
è meraviglioso...ti spinge a lavorare per raggiungere qualcosa che in realtà è irraggiungibile.
Massimo Rivalta