I sogni son desideri
Un percorso artistico è legato al desiderio di esprimere qualcosa, rappresentare quello che non si può vedere ma c’è.
Less is more, piu togli e più avrai. Ne sapeva qualcosa Lucio Fontana col suo concetto spaziale, dopo il suo taglio netto, per un artista del ventunesimo secolo, non è facile superare questo emblema, andare oltre senza cadere nella banalità, nel conformismo, nella supponenza, piuttosto si trova di fronte alla necessità di abbandonare l’astrazione per rientrare nella realtà e ritornare alle origini.
L’8 ottobre 2022 nella Space Gallery di Modena inaugura la prima personale di Federica Ancona Tomatis, artista genovese dal passato ricco di viaggi, decoratrice dedita alla sperimentazione e all’immaginazione con un occhio di riguardo verso l’aspetto umano dell’esistenza.
Il titolo della produzione artistica è Bolle, il sottotitolo è I sogni son desideri, infatti, nell’opera dell’Ancona possiamo facilmente riconoscere quelle che lei con umiltà chiama Bolle, ed è grazie a questa umiltà che l’avventore riesce senza fatica a immergersi nella visione, perché nella forma circoscritta del cerchio si arriva facilmente a riconoscere un qualcosa di più profondo, dove una bolla rappresenta l’inizio di un concetto, l’embrione di un’idea, la reazione chimica di un’intenzione, l’espressione di un desiderio. Infatti i sogni son desideri che a volte si avverano, altre volte si avverano a loro modo, altre volte mutano come la materia. L’artista, con l’utilizzo dell’acquerello, interpreta questa mutabilità racchiudendo all’Interno di una sfera l’imprevedibilità del caso, esprimendola attraverso delle forme concentriche, seguendo un focus preciso seppur lasciando l’aspetto aleatorio della reazione chimica dei pigmenti, infatti non è casuale la scelta dell’acquerello che rappresenta la principale tecnica pittorica popolare come il gouache, spesso punto di partenza dei neofiti, soprattutto bambini, così come è altrettanto significativa la scelta delle tonalità, dove i colori primari sembrano nascere, svilupparsi e piano fondersi tra loro sino a evadere dal cerchio o fare breccia in esso, creando un filo conduttore tra le opere, quindi un unicum espositivo. Un lavoro semplice nella sua apparenza ma estremamente diretto nella sua essenza, dove il gesto pittorico dell’amalgamare con cura lascia libertà al colore stesso e ad una ricercata casualità. Sviluppa l’immagine come astrazione senza alterarne il significato.
I sogni son desideri, come bolle che si elevano in cielo, ed è bello, vederle volare.
L’essenza dopo l’assenza, dove qualcosa ha inizio ma non si sa ancora dove porterà, così come il percorso pittorico espositivo dell’artista, che inizia a Modena in Emilia Romagna, dove già Giorgio Morandi aveva attraversato l’esperienza dell’acquerello e nell’opera di Ancona ritroviamo un omaggio velato all’artista, dove la natura morta diventa viva, ed è la cellula, L’embrione, l’atomo, la terra, l’universo, e all’improvviso è facile nell’osservazione sentirsi a casa, poiché è qualcosa che rappresenta tutti.
Giosuè Deriu